Cosa è (e cosa non è) I Dragomanni

“I Dragomanni” è un progetto nato alla fine del 2011 a opera di Daniele A. Gewurz insieme a un gruppo di colleghi traduttori: l’intento è di curare, rivedere e pubblicare in forma di ebook traduzioni di testi fuori diritti, oppure di testi contemporanei i cui diritti per la lingua italiana sono stati ceduti al traduttore.

“I Dragomanni” non è una casa editrice: ciascuno lavora in modo del tutto indipendente (scegliendo da sé che cosa tradurre, i tempi da darsi, il prezzo da imporre ai propri ebook etc.). La collaborazione viene nel coordinarsi e aiutarsi a vicenda: rivedersi l’un l’altro le traduzioni, darsi appoggio per gli aspetti tecnici e, più in generale, nell’impostazione che sarà comune a partire dalla veste grafica.

Fra gli obiettivi di questa “(non) casa editrice dei traduttori”, oltre a quello di far conoscere (o ri-conoscere) determinati testi – che saranno ricchi di apparati: introduzioni, annotazioni, nota finale – vi è quello di contribuire in maniera originale al difficile e importante discorso sulla visibilità dei traduttori.

 

Per chi è interessato a collaborare

I Dragomanni sono apertissimi a idee, proposte, suggerimenti, da uno spunto vago a una concreta proposta di collaborazione. Ricordate solo che non offriamo lavoro, non chiediamo né promettiamo denaro. Ognuno di noi si autopubblica e si gestisce autonomamente il lavoro (e anche le vendite e l’aspetto economico: non c’è neppure una cassa comune o simili). Come diciamo qui sopra, la collaborazione consiste nel darci volentieri una mano a vicenda per le revisioni, per consigli pratici e teorici, per gli aspetti più prettamente tecnici.

Comunque, ci teniamo che il nome di Dragomanni continui a essere legato a traduzioni curate e professionali, per fare in modo che sotto l’“etichetta” dei Dragomanni escano testi ben scelti, ben tradotti e ben curati.

Quindi a chi è interessato a collaborare con noi chiediamo di scriverci presentandosi, raccontandoci che preparazione e che esperienze ha, facendoci leggere qualcosa di tradotto da lui e, possibilmente, avendo già un’idea concreta di qualcosa che gli piacerebbe tradurre. (Ricordate che – semplificando – perché sia possibile pubblicare un’opera, anche in traduzione, bisogna possederne i diritti oppure l’autore dev’essere morto da più di 70 anni.)

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